E’ ufficiale: al via i dazi Usa Vino e formaggi i più colpiti
A lanciare l’allarme è Coldiretti e Filiera Italiana che confermano: l’indagine del governo americano per stilare la black list dei prodotti Ue durerà dal 6 al 28 maggio
di Vito de Ceglia
Ultima Modifica: 06/05/2019
E’ ufficiale: la procedura per far scattare i dazi Usa nei confronti dell’Unione europea partirà il 6 maggio con l’avvio dell’indagine da parte del Dipartimento del Commercio Usa (Ustr). A lanciare l’allarme è Coldiretti e Filiera Italia i quali confermano che la black list dei prodotti europei da colpire con dazi ha un importo complessivo di 11 miliardi di dollari e comprende anche prodotti agricoli e alimentari di interesse nazionale come i vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi, ma anche l’olio di oliva, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite.
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti – dichiarano Coldiretti e Filiera Italia – ha infatti annunciato, con la pubblicazione nel Registro federale, l’avvio di una indagine, che inizia il 6 maggio per concludersi il 28 maggio e prevede l’audizione pubblica delle parti interessate e il successivo invio di considerazioni scritte sulle misure proposte dall’Amministrazione in risposta agli aiuti europei all’Airbus che danneggiano la Boeing.
Simboli del made in Italy
La scure, secondo lo studio di Filiera Italia e Coldiretti, si abbatte sul principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari Made in Italy fuori dai confini comunitari dove nel 2018 si è registrato il record per un valore di 4,2 miliardi (+2%). Se con un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro nel 2018 il vino è il prodotto Made in Italy più colpito, in pericolo ci sono anche altri prodotti simbolo dell’agroalimentare nazionale a partire dall’olio di oliva con le esportazioni che nel 2018 sono state pari a 436 milioni ma ad essere minacciati sono anche i formaggi italiani che valgono 273 milioni. E’ il caso del Pecorino Romano con gli Usa che rappresentano circa i 2/3 del totale export mentre per Grana Padano e Parmigiano Reggiano gli Usa sono il secondo paese per importanza, dopo la Germania. Nel mirino del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in particolare è finito secondo Coldiretti e Filiera Italia circa la metà (50%) degli alimentari e delle bevande Made in Italy dirette in Usa.
Scenari inediti e preoccupanti
“Ci sono le condizioni per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati” afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando che “gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna”. Rincara la dose Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: “Il nostro Paese in questi negoziati deve giocare un ruolo da protagonista, troppe volte in passato per aiuti europei andati ad aziende di altri paesi, come è accaduto proprio in questo caso con la vicenda Airbus, il conto finale è stato presentato all’Italia e al settore agroalimentare in particolare. Con gli Stati Uniti davvero non possiamo permettercelo: gli Usa sono il nostro primo mercato di esportazione extra europeo, ma ulteriori barriere daziarie concorrerebbero ad aumentare il fenomeno dell’Italian sounding sul mercato statunitense, che già oggi ne detiene il primato negativo con oltre 23 miliardi di dollari di falso made in Italy venduto”.
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