Il futuro di Ancona passa per Tipicità in Blu
di Informacibo
Ultima Modifica: 30/05/2016
La “barchetta” simbolo di Tipicità in blu ammaina le vele con enorme soddisfazione e con la consapevolezza che il water front di Ancona non è una prospettiva futura, ma una realtà del presente.
Il mare come la tavola stringe rapporti di amicizia, crea relazioni. La civiltà identitaria anconetana è in questo binomio portato alla ribalta dalla terza edizione di Tipicità in blu ad Ancona dal 19 al 22 maggio. Lavoro corale quello di Angelo Serri e Alberto Monachesi che hanno saputo mettere insieme il Comune di Ancona, la Regione Marche, la Camera di Commercio, l'UBI Banca Popolare Anconetana , la Coldiretti, ma anche le Autorità portuarie e tante Associazioni legate alla pesca e alla agricoltura inserendosi in un progetto più ampio di salvaguardia, valorizzazione e divulgazione del territorio. Una collaborazione virtuosa tra enti locali e istituzioni, tra privato e pubblico che continuerà, siamo certi, a dare frutti preziosi. Un successo dovuto anche alla coralità di oltre 20 associazioni e partners che hanno contribuito all’organizzazione, con oltre 55 pubblici esercizi della città che hanno aderito ai menù in blu ed agli aperiblu, per investire sul turismo tutti assieme. Un evento che ha valore vitale e che con intelligenza innovativa e lungimiranza apre spazi alla convivialità e fa percepire la città come accogliente , aperta, attiva, vivace, capace di offrire il meglio di sé in maniera creativa, in grado di far dialogare le diverse bellezze e bontà naturali, culturali, culinarie, economiche e istituzionali puntando e partendo dal mare.
Ricco di sapori e suggestioni di mare e di terra, l'Evento conferma che l'abbinamento territorio-gusto funziona. L'interconnessione tra le bellezze naturalistiche, la storia, la cultura, le meraviglie del mare e i prodotti tipici di qualità, insieme alla lunga tradizione marittima anconetana, sono la chiave del futuro e dello sviluppo del turismo esperienziale in questa città e nella sua provincia. Tipicità in blu ha colpito nel segno puntando sulla qualità e sulla professionalità e ha saputo offrire l'occasione per cogliere potenzialità e risorse del territorio, per nulla scontate e prevedibili.
Il riuscito ed esemplare Evento consegna al visitatore la chiave di lettura per interpretare il carattere identitario e positivo delle Marche e dell'anconetano in particolare che va ben oltre le rigide definizioni standard. Nella costante compresenza fra arte e lavoro quotidiano questa regione sta cercando un nuovo equilibrio nella riscoperta della identità fra le sue diversità e vocazioni locali .
Le 500 persone, principalmente di settore, che hanno partecipato ai 4 convegni nell’ambito delle Giornate del Mare e della Pesca, con due importanti forum della Regione Marche sul progetto comunitario ECOSEA e con la presenza dei più autorevoli esperti del settore, riportano Ancona al centro del dibattito sul mare, la pesca e l’ambiente marino. A completare le attività di approfondimento alla Mole Vanvitelliana, più di 40 laboratori in “Adriaticolab”, con oltre 470 bambini e tanti curiosi nel week end.
Relativamente al richiamo turistico della manifestazione c'è da sottolineare anche la presenza di ben 84 camper provenienti da tutta Italia per il primo raduno nazionale Città di Ancona-Tipicità in blu!
Ben 10 le case vinicole in rassegna al Mandracchio per la degustazione di Rosso Conero proposto con il pesce dell’Adriatico, grazie alla collaborazione dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e alla presenza del suo Direttore Alberto Mazzoni.
Questa enorme e diffusa festa vestita del colore del mare, ha ospitato una delegazione croata per confermare il rapporto storico fra le due sponde dello stesso mare. Ospite ufficiale la città di Spalato è stato il Sindaco della città croata che con l'idrovolante ha impiegato appena 50 minuti per raggiungere Ancona e ha proposto al Sindaco Valeria Mancinelli di alternare la location di Tipicità in blu, un anno a Spalato ed uno ad Ancona. L'incontro con gli ospiti dell'altra sponda dell'Adriatico è stata occasione anche per una gara fra lo chef autoctono del Ristorante dell'Hotel Seeport e lo chef croato. Un “agguerrito” confronto in una cena show che ha visto entrambi i cuochi premiati dal Direttore di Italia a Tavola Alberto Lupini e dal Presidente mondiale di Euro Toques Enrico Derflingher.
– L'offerta enogastronomica è uno dei fattori di traino più rilevanti per il turismo in Italia che è stato messo in risalto anche in questa manifestazione, Lei che è ambasciatore della cucina italiana nel mondo, quali ulteriori suggerimenti può offrire in tal senso?
– Iniziative come quella di Tipicità tendono a valorizzare e a custodire il bello e il buono di un territorio e, dunque, si sposa perfettamente con gli obiettivi della Associazione che rappresento, nata proprio per garantire cibo buono e sano. Puntare sulla qualità, sulla tipicità e sulla grande varietà delle materie prime che ogni regione italiana esprime al meglio è la ricetta per fare bene, una vera e propria calamita anche per promuovere il turismo e quindi contribuire allo sviluppo economico. Purtroppo spesso in Italia manca l'abitudine a fare squadra, a creare sinergia, in questo caso invece ci sono riusciti e questa manifestazione può rappresentare un esempio per far crescere consapevolezza anche in altre realtà.
– Lei è stato il primo chef italiano alla Casa Reale d'Inghilterra a soli 27 anni e dopo 400 anni di dominio dei cuochi francesi ed inglesi; ha cucinato per re, regine, principi, capi di stato di tutto il mondo, per palati fra i più prestigiosi ed esigenti, che tipo di cucina propone ?
La cucina semplice della tradizione anche se rivisitata, quella genuina dei nostri grandi prodotti di qualità. Senza affollare il piatto con troppi ingredienti uso i capisaldi della cucina mediterranea con tanti profumi ed erbe conditi con il nostro prezioso olio extravergine di oliva.
La nostra forza sono i primi: le paste, i risi e risotti, la varietà e la qualità delle materie prime, i nostri formaggi e i salumi di razza. Per questo occorre proteggere i piccoli produttori e le loro prelibatezze perché sono loro che rappresentano davvero la cultura culinaria italiana apprezzata all'estero.
– E' stato per molti anni in Giappone, come trova la cucina del Sol Levante e che cosa ha preso dall'esperienza in quel Paese?
– La cucina giapponese è molto antica, complessa e varia, con metodi di cottura diversificati, attenta all'estetica e raffinata nella presentazione. Una cura quasi maniacale che mi ha molto influenzato, ma la mia cucina conserva una forte anima italiana, sempre, a qualsiasi latitudine. Questo è un momento d'oro per l'Italia. Dopo la spinta dell'Expo la cucina italiana, espressione delle tante figlie di tipicità regionali, è ancora più conosciuta e richiesta nel mondo.
Salutiamo lo “Chef Fuoriclasse” in partenza per Hong Kong e torniamo a gustare Tipicità.
A bordo di Tipicità si è potuto gustare anchelo stoccafisso nella storica Trattoria Carotti, e respirare a pieni polmoni la storia anconetana con la cuoca di terza generazione, Roberta, che conserva la tradizione di famiglia, tutta al femminile. E' stato possibile imbarcarsi in una minicrociera e degustare le specialità cucinate a bordo dagli allievi della scuola alberghiera di Senigaglia “ , illustrate egregiamente da Otello Renzi, ristoratore stellato e Presidente Sommelier Marche. Giungere a Portonovo e restare senza fiato di fronte all'imponente bellezza del Conero è un'esperienza memorabile che appaga anche il palato se ci si ferma da Marcello per un ristoro gustoso a base di moscioli, guai a chiamarli cozze!
Tipicità in blu è anche occasione di riflessioni, confronti, approfondimenti su ambiente marino, pesca fra passato e futuro, storia e storie sulla pescicoltura, sulla biodiversità e sul turismo.
Una manifestazione “laboratorio” un contenitore di eventi diffusi lungo tutto il waterfront, da Marina Dorica al Mandracchio, fino a Porto Antico lungo una linea blu con al centro la Mole Vanvitelliana, capace di coinvolgere tutta la comunità cittadina e i numerosi visitatori alla scoperta della città.
Il Comandante, Curzio Pacifici saluta gli “ospiti” arrivati anche da fuori regione in concomitanza con Tipicità. La nave scuola, varata il 22 febbraio 1931 a Castellammare di Stabia, è ancora in servizio per l'addestramento degli allievi ufficiali dell'Accademia di Livorno ed è, a ragione, universalmente definita la nave più bella del mondo poiché conserva intatto il fascino e la storia gloriosa della marina militare italiana.
A Marina Dorica, il più grande porto turistico dell'Adriatico e il 4° d'Italia, la giornata della Siling Chef, regata velica competitiva abbinata alla gara gastronomica nella cucina di bordo con prodotti a “miglio zero”, è stata arricchita dal racconto di Pino delle Rose di Marina di Camerota con cui si è potuto ripercorrere il valore storico e culturale dell'impresa del Leone di Caprera che, che nel 1880 vedeva protagonisti, oltre al comandante Vincenzo Fondacaro, di Bagnara Calabra, anche il cittadino di Ancona Orlando Grassoni e Vincenzo Troccoli di Marina di Camerota. “L'italo ardire” non solo degli eroi dell' 800, è alla base anche dell' impresa dello stesso Pino che, seguendo il diario di bordo, ha voluto ripercorrere in solitaria il medesimo percorso fino a Montevideo con una passione per il mare che commuove.
Con la brillante conduzione del noto speaker RAI di “Caterpillar AM”, Marco Ardemagni, in chiusura di Tipicità in blu 2016, è andato in onda il racconto del mare che ha visto protagonisti alcuni personaggi intimamente legati ad esso.
Ad esordire l'assessore alla cultura di Ancona Paolo Marasca, che ha tratteggiato il rapporto duale tra Ancona e il mare, sottolineando in particolare come Ancona, rispetto ad altre città italiane storicamente proiettate verso il mare, non abbia mai interpretato il mare come “terra” di conquista, ma come luogo di passaggio dei popoli, delle culture e delle merci e, in ultima analisi, di incontro.
La dr.ssa Maria Grazia Salonna, ha raccontato la storia della pesca ad Ancona e di come, con l'avvento delle imbarcazioni a motore negli anni '30, si è verificata una vera e propria "immigrazione" di comunità di pescatori provenienti da Civitanova Marche e da Porto Recanati. L’approdo di Porto Recanati era infatti troppo piccolo per quelle imbarcazioni, mentre Civitanova era proprio priva di un vero porto degno di questo nome. Inoltre, ha sottolineato l'esperta, la pesca, praticata prima di allora ad Ancona sporadicamente dai lavoratori del porto e degli arsenali, nel poco tempo libero, solo con l'arrivo di queste comunità, stabilitesi nella zona degli Archi, è diventata una vera e propria attività professionale.
L'esempio vivente di questa storia è stato fornito da Luigi Gaetani, pescatore e imprenditore ottantenne i cui genitori provenivano esattamente l'uno e l'altra dalle due località a sud di Ancona. Gaetani ha raccontato dei suoi esordi da pescatore nei primi anni '50 e di come abbia sofferto per tre anni il mal di mare. Lo zabaione di mamma non serviva: i movimenti della barca, l'odore della sentina, lo facevano star male. Ne uscì cercando di non pensarci. Poi una grossa crisi della pesca, dovuta alla scarsità di materia prima, attorno al 1957 costrinse lui e molti pescatori di Ancona a cercare fortuna sul Tirreno e in particolare a Civitavecchia dove si utilizzavano tecniche di pesca molto antiquate. Il successo che Gaetani ebbe in quella zona fu dovuto non solo alla "esportazione" delle tecniche adriatiche, ma anche alla formazione e all'ulteriore affinamento, in anni successivi, da lui svolto in Francia. Si è tratteggiato, anche qui con gli altri interlocutori, in particolare con Gaetani, Salonna e Piccinetti, il ruolo delle donne nelle famiglie dei pescatori come amministratrici e commercianti.
Abbiamo approfittato a questo punto della presenza di Corrado Piccinetti, responsabile del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano, per chiedere le ragioni della crisi del 1957. Piccinetti ha spiegato che è del tutto naturale che i cicli di riproduzione del pesce possano portare, per qualche anno, alla scarsità di alcune specie e che non si deve pensare, per quel periodo, all'inquinamento o a un eccesso di cattura. Da lì si è passati a fare una disamina sull'attuale situazione dell'attività di pesca in questi giorni. Piccinetti ha portato numeri preoccupanti sulla perdita di posti di lavoro e di imbarcazioni, scesi da 19.000 a 12.000 nel giro di pochi anni in Italia e di come il consumo di pesce pro capite, che grazie alle campagne e anche alla moda del sushi, era salito fino al 2013, si sia contratto negli ultimi due anni.
Federico Bigoni è intervenuto per ricordare le difficoltà normative in cui devono attualmente operare i pescatori, della concorrenza con i pescatori croati che utilizzano tecniche differenti. Si è parlato anche con gli altri interlocutori, di come le potenzialità della pesca sportiva e turistica sui pescherecci siano di fatto vanificate da normative piuttosto farraginose.
Ospite d'onore anche il sindaco di Camerota, Antonio Romano, che pure si è soffermato sugli aspetti normativi che rendono difficile l'attività della pesca e ha sottolineato l'importanza di proseguire un rapporto ed un confronto costruttivo fra le due città.
Al termine dell’incontro, Luigi Gaetani ha ricevuto dalle mani dell’assessore al bilancio di Ancona, Fabio Fiorillo, il Premio Oro di Mare, per “la dedizione, la passione e la professionalità dimostrata nella sua lunga vita di pescatore, sia nel Mar Adriatico che nel Mar Tirreno”.
La cena con i pescatori: un trionfo della cucina marinara anconetana, conclude degnamente l'edizione 2016 di Tipicità in blu.
Applausi dunque agli artefici di questo evento che pongono le basi per un turismo variopinto in un posto di mare con l'anima rurale.
Riferimenti utili
http://www.seeporthotel.com
http://www.illaghetto.com
http://www.trattoriacarotti.it
www.grandhotelpalaceancona.com
www.tipicita.it
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