Italian sounding: i cibi italiani tarocchi nei supermercati russi
L'embargo russo degli alimenti made in Italy ha lasciato il posto a fantasiosi surrogati locali
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 24/10/2018
Le esportazioni europee in Russia hanno perso oltre un miliardo di euro a causa dell’embargo russo applicato come ritorsione alle sanzioni europee. Il blocco ha colpito una lunga lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Italia ma non solo, anche Europa, Usa, Canada, Norvegia ed Australia.
Tra gli effetti curiosi causati dalla chiusura delle dogane al made in Italy in terra russa, anche il fiorire nei supermercati del paese governato da Putin di fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali.
Prodotti che di italiano portano solo il nome, spesso storpiato, come in tutti i prodotti Italian sounding che imperversano nel resto del mondo. Ecco così arrivare la mozzarella “Casa Italia”, che di casa Italia ha solo il nome, all’insalata “Buona Italia”.
Sembra che basti applicare il nome Italia a un prodotto, magari unito a un packaging che ricorda il tricolore, per illudere i consumatori che possa trattarsi di un prodotto made in Italy originale.
I cibi tarocchi proseguono con la Robiola Unagrande, la mortadella Milano (cari russi, la mortadella è di Bologna!!!), all’immancabile parmesan, per passare anche a scamorza e mascarpone.
Attenzione però, a potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata solo l’industria russa, ma – riferisce la Coldiretti – anche di altri Paesi che dall’embargo non sono stati colpiti e cosi ne approfittano per spartirsi le “fette” di scaffali rimasti vuoti dai prodotti europei, americani, canadesi. Alcuni di questi paesi, segnala Coldiretti, sono la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin. In Russia – precisa la Coldiretti – è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina.
I consorzi di tutela lavorano senza sosta in collaborazione con politica e ambasciate per tutelare i prodotti originali. In quest’ottica anche le certificazioni europee come Dop e Igp sono un passo avanti verso la tutela e si dimostrano ancora importanti in mezzo al fiorire di falsi prodotti italiani sulle tavole straniere.
In Moldavia dopo una battaglia durata 4 anni lo scorso aprile l’Italia è riuscita a evitare la diffusione del falso prosecco ad esempio.
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