Coldiretti contro Ue: dazio a zero a Vietnam affossa il riso italiano
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 18/10/2018
Dopo le importazioni di riso da Cambogia e Birmania ora l’Unione Europea autorizza l’importazione a dazio zero dal Vietnam di 20mila tonnellate di riso semigreggio, 30mila tonnellate di lavorato e 30mila tonnellate di riso aromatico.
Tutto ciò mentre la produzione del nostro Paese è in grave difficoltà. L’Italia è il principale produttore europeo di riso con oltre 4.000 aziende su poco meno di 230mila ettari e un fatturato al consumo di circa un miliardo di euro all’anno con la superficie a risaie che è calata del 10% negli ultimi 5 anni. Il rischio è che una fetta importante di produttori siano messi fuori mercato per il surplus di produzione generato dalle importazioni a prezzi bassissimi.
Di fronte a questa situazione arriva la forte denuncia di Coldiretti proprio in riferimento al testo dell’accordo UE-Vietnam adottato dalla Commissione europea.
“Il settore agricolo non deve diventare merce di scambio degli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto sul piano economico, occupazionale e ambientale sui territori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “sono queste le decisioni che allontanano i cittadini dall’Unione Europea come ha evidenziato il sondaggio Eurobarometro. Ancora più grave è il fatto – conclude Moncalvo – che l’accordo non prevede l’approvazione dei Parlamenti nazionali e sarà inviato direttamente a Consiglio e Parlamento UE per ratifica”.
Da sottolineare che le importazioni da Paesi asiatici che non rispettano le stesso norme sanitarie, ambientali e sul lavoro delle produzioni europee sono la causa principale della crisi del settore risicolo Made in Italy
La campagna risicola è appena scattata, ma le prime stime danno un calo produttivo, frutto delle condizioni climatiche avverse e dei continui sbalzi di temperatura, ma anche del crollo dei prezzi causato dalle importazioni che ha messo in ginocchio le aziende italiane.
L’accordo con il Vietnam prevede peraltro la protezione di appena 38 denominazioni di origine italiane sulle 296 tutelate dall’Unione Europea con la possibilità di utilizzare il termine Parmesan per prodotti di imitazione del Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma anche i termini Asiago, Fontina e Gorgonzola potranno continuare ad essere utilizzati da qualsiasi persona, e dai suoi successori, che abbiano commercializzato in buona fede prodotti della stessa categoria con tali nomi prima del 1 gennaio 2017.
Di fatto l’accordo su questi temi ricalca quello con il Canada (CETA) che ha fatto da apripista legittimando per la prima volta nella storia della UE la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali.
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