Coldiretti, zucchero: «a rischio la sopravvivenza della produzione»
La situazione di ulteriore criticità arriva dopo la contrarietà espressa dalla Commissione Ue alle misure di emergenza chieste da Roma
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 17/10/2018
Lo stato del mercato dello Zucchero italiano allarma sempre più. L’allarme viene da lontano ma oggi si fa più pressante.
L’ultimi appello in ordine di tempo è arrivato dalla Coldiretti che in una nota ha spiegato come, senza interventi urgenti, sia «a rischio la sopravvivenza della produzione di zucchero italiano».
La situazione di ulteriore criticità arriva dopo la contrarietà espressa dalla Commissione alle misure di emergenza per salvare lo zucchero made in Italy (leggere InformaCibo) chieste dal Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio al Consiglio dei Ministri dell’agricoltura e della pesca dell’UE.
«Senza interventi urgenti è a rischio la sopravvivenza della produzione di zucchero italiano. Oltre 4 pacchi di zucchero su 5 arrivano infatti dall’estero mentre la produzione Made in Italy rischia di essere azzerata dalla concorrenza sottocosto di multinazionali francesi e tedesche che hanno colonizzato le industrie del Belpaese». E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla situazione del mercato dello zucchero.
«A fronte di un consumo di oltre 1,7milioni di tonnellate, in Italia – spiega la Coldiretti – resiste una produzione di 300mila tonnellate, ma negli ultimi anni sono stati chiusi ben 16 zuccherifici su 19 azzerando l’84% del potenziale industriale nazionale ed entro il 2018 un altro stabilimento dovrebbe cessare l’attività».
Coprob, qualche mese fa aveva lanciato l’idea di un “patto per lo zucchero”
Coprob rappresenta circa 25mila persone impegnate nella filiera, ha due stabilimenti di trasformazione sul territorio nazionale e riunisce 7mila aziende con trentaduemila ettari coltivati a barbabietola fra Veneto ed Emilia Romagna. Senza di loro l’Italia, che è il terzo mercato dell’Unione Europea, diventerebbe uno dei pochissimi casi al mondo senza alcun produttore locale di zucchero come Nigeria, Malesia, Corea del Sud e Arabia Saudita considerando un consumo medio annuo sopra il milione e mezzo di tonnellate. Coprob, qualche mese fa aveva lanciato l’idea di un “patto per lo zucchero”, sempre più urgente.
Per difendere la produzione italiana è necessario arrivare a una chiara etichettatura di origine obbligatoria
«Ad un anno dalla fine del regime delle quote – afferma Ettore Menozzi Piacentini, componente del consiglio d’amministrazione di Coldiretti Padova- si registra come le aziende produttrici di zucchero e conseguentemente gli agricoltori della filiera abbiano perso i loro margini a favore dei grandi produttori di bevande, dolciari e della grande distribuzione organizzata. Per difendere la produzione italiana è necessario arrivare a una chiara etichettatura di origine obbligatoria anche per lo zucchero in modo da offrire ai consumatori la libertà di scegliere cosa mettere nel carrello della spesa. Urge ancor più la creazione di contratti di filiera basati su una maggiore equità e sostenibilità sociale con i grandi utilizzatori dello zucchero ai quali si chiede una responsabilizzazione per sostenere l’italianità delle produzioni e ridurre la dipendenza dall’estero».
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