Enologica 2018: vini rari e sostenibilità protagonisti
L'assessore all'Agricoltura e il presidente di Enoteca Regionale, in occasione della presentazione dell'evento parlano dell'impegno verso le certificazioni di sostenibilità dei vini
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 24/09/2018
Vino, cibo e cultura dell’ambiente: sono i tre pilastri dell’edizione 2018 di Enologica, il salone del vino e del prodotto tipico dell’Emilia Romagna, a Palazzo area Enzo dal 6 all’8 ottobre prossimi. Un’edizione anticipata, visto che solitamente si svolgeva il terzo weekend di novembre, per valorizzare il territorio, i prodotti locali e le aziende vinicole: i visitatori potranno così avere modo di visitare luoghi e produttori in un periodo magico per la produzione di vino, la vendemmia.
Non solo: anticipare l’evento garantisce anche un riscontro economico: i buyer infatti, che provengono da tutto il mondo, possono così conoscere etichette ed effettuare ordini in tempo per il Natale ad esempio.
L’edizione 2018 di Enologica appare rinnovata in periodo ma anche come format, con show cooking, uno spazio dedicata ai vini autoctoni di nicchia, a cui saranno dedicati dei seminar, e molta attenzione ai prodotti locali e all’ambiente.
Sottolinea Pierluigi Sciolette, Presidente di Enoteca Regionale:
«Si tratta di produzioni che hanno una loro storia ma che sono commercializzate solo a livello locale, non hanno ancora un mercato né regionale né nazionale. Piccole realtà con vitigni antichi e quindi anche curiosità dal punto di vista storico e culturale, che ad oggi che non hanno una risonanza economica importante, ma che sono qualcosa su cui molti produttori stano lavorando, un fermento per il futuro».
Tra questi anche Spergola e Centesimino. C’è poi l’importante impronta su bio e sostenibilità che saranno uno dei fil Rouge della manifestazione. Come prosegue Sciolette:
«I vignaioli dell’Emilia Romagna sono impegnati nell’elevare la qualità dei propri prodotti. Per rendere merito a questi sforzi abbiamo deciso di innalzare l’asticella nelle attività di promozione per “rigenerare” la nostra regione ed Enologica rappresenta proprio uno di questi importanti momenti, grazie anche al fondamentale contributo dei vari Consorzi di tutela e di valorizzazione»
Da qui “REgeneration”, un contenitore di “azioni”, che ha preso il via al Vinitaly 2018, che vedono l’Emilia Romagna style e la promozione dei valori vitivinicoli fondersi con la cultura del buon e salutare vivere. Una spinta propulsiva che abbraccia la sostenibilità, l’etica e il rispetto dell’ambiente. «Su questo versante stiamo lavorando, per primi in Italia, per realizzare la certificazione di sostenibilità territoriale sociale, economica e ambientale per i vigneti e parallelamente a un progetto sull’enoturismo rivolto ai turisti italiani e soprattutto stranieri alla ricerca di un buon stile di vita». Una comunità d’intenti che percorre tutta la via Emilia, spina dorsale di uno scrigno di eccellenze, e che promuove le peculiarità dei diversi territori partendo dai protagonisti indiscussi che sono i vini a denominazione. Si parla di Albana e Sangiovese per la Romagna, Pignoletto per il bolognese, Fortana per il ferrarese, Lambrusco per il modenese, il reggiano e il parmense, Malvasia per il parmense e il piacentino, Gutturnio per il piacentino, ma senza dimenticare i tanti autoctoni presenti.
L’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Simona Caselli spiega:
«Abbiamo capito che in futuro gran parte della competitività nel settore vitivinicolo si giocherà sul concetto di sostenibilità. Un tema a cui noi stiamo già lavorando per rendere l’Emilia Romagna un luogo più vivibile per i cittadini, per tutelare l’economia e la prosperità dell’agricoltura. Abbiamo visto che alcuni mercati, come il nord America chiedono non solo certificazioni bio ma anche per la sosteniblità .Oggi queste certificazioni sono oggi poco codificate, molti marchi e poco compresi dal consumatore finale. Sarà quindi necessario lavorare a livello europeo per per averne al massimo uno o due. A livello regionale stiamo portando avanti due progetti finanziati dalla regione da parte delle università, in particolare la Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e quella di Modena e Reggio sulla definizione di sostenibitlià e relativi indicatori per avere marchi certificabili. Naturalmente gli aspetti di sostenibilità sono quelli non solo ambientale ma anche economico e sociale.»
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