All’ Onu l’Italia difende il suo agroalimentare
Il 27 settembre incontro di capi di stato e di governo su proposte dell'Oms che rischiano di colpire il Made in Italy
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 19/09/2018
Ricordate le polemiche del luglio scorso sulla crociata pseudo-salutista dell’Onu contro grassi e zuccheri che arriverebbe a danneggiare alcuni simboli del made in Italy?
Ora ci siamo. Il 27 settembre a New York si svolgerà il vertice sulle “malattie non trasmissibili” voluto dall’Organizzazione mondiale della sanità, Oms.
La lotta alle malattie non trasmissibili -come cancro, disturbi cardiovascolari e diabete- è un obiettivo condiviso da tutti i Paesi. Tuttavia il modo in cui alcuni settori dell’Oms intendono combattere queste malattie rischia di causare danni enormi ai tanti prodotti di eccellenza italiani Dop.
La lista dei prodotti certificati è lunghissima e Italia e Francia sono i due paesi con il maggior numero di prodotti agroalimentari con il marchio di qualità Ue, e proprio per questo rischiano di essere maggiormente danneggiati.
In queste settimane preparatorie del vertice del 27 è in corso un delicato lavoro diplomatico per trovare alcuni accordi di “buon senso”.
Le preoccupazioni di Luigi Scordamaglia (Federalimentare) e Roberto Moncalvo (Coldiretti)
Nei giorni scorsi, durante una conferenza in collegamento video organizzata a New York, il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, e quello di Coldiretti, Roberto Moncalvo, hanno dato voce alla loro preoccupazione. Perché l’impegno a ridurre la diffusione e l’impatto delle malattie non trasmissibili è condiviso, ma non lo è il modo per combatterle.
“La strada scelta non solo non è utile ma è anche controproducente“, ha dichiarato Scordamaglia. “Nessuno ha scritto nero su bianco che le eccellenze italiane saranno penalizzate“, ha aggiunto il presidente di Federalimentare, “ma le politiche lanciate in questi anni dall’Oms sono deleterie per il Made in Italy”.
Le tre mosse suggerite dall’Oms
Contro le malattie non trasmissibili, infatti, l’Oms suggerisce agli Stati tre mosse: una tassazione pesante su prodotti alimentari più ricchi di sale, grassi o zuccheri per disincentivarne l’acquisto; l’adozione di un sistema di etichettatura dissuasivo e discriminante e di norme che restringano o vietino la possibilità per le aziende di pubblicizzare i suddetti prodotti. Per il presidente di Coldiretti è in corso un “attacco alla nostra produzione agro-alimentare”, che costituisce una voce fondamentale delle esportazioni italiane e conta per il 13% del nostro Pil. “Siamo molto preoccupati”, ha aggiunto Moncalvo.
E’ vero infatti che le richieste più pericolose per la filiera agro-alimentare sembrano essere state respinte o fortemente mitigate dagli Stati membri. Tuttavia serve essere in allerta perché alcuni funzionari dell’Oms non vogliono rassegnarsi. Sembra che sia il Nord Europa e l’America Latina ad avere proposto provvedimenti draconiani contro la filiera agro-alimentare italiana.
L’Italia e i Paesi del Mediterraneo si presentano compatti al vertice Onu: la salute prima di tutto ma finora nessun dato scientifico ci conferma che i provvedimenti ventilati portino benefici alla salute pubblica.
I numeri: quanto vale il comparto agroalimentare made in Italy?
Il comparto agroalimentare made in Italy vale 140 milardi di euro di fatturato annuo, pari a circa il 13 per cento del Prodotto interno lordo. Il fronte dei paesi oltranzisti è guidato dal Cile. In quel paese le normative hanno penalizzato il made in Italy.
L’export che le aziende italiane del comparto agroalimentare hanno messo a segno nel 2017 è di 41 miliardi di euro.
Condividi L'Articolo
L'Autore