Il turismo enogastronomico fa boom, 12 miliardi di spesa
Isnart - Unioncamere, raddoppiate le presenze nel 2017, a quota 110 milioni
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 27/04/2018
In Italia nel 2017 le presenze motivate dal turismo enogastronomico sono state oltre 110 milioni, il doppio rispetto al 2016, e la loro spesa ha superato i 12 miliardi. Inoltre, tra le attività più praticate nel corso della vacanza da tutti i turisti, oltre il 13% sono legate a degustazioni di prodotti enogastronomici locali, mentre l’8,6% effettua acquisti di prodotti artigianali ed enogastronomici tipici del territorio. Il 6,6% dei turisti ama partecipare agli eventi enogastronomici durante il soggiorno.
I dati di Isnart-Unioncamere, presentati oggi, 27 aprile, in occasione del primo “Open Day nazionale dell’agricoltura” italiana organizzato da Coldiretti a Bari, confermano come la gastronomia italiana, frutto dell’agricoltura e della produzione locale, stia assumendo sempre più un ruolo importante sia economico che culturale.
L’Italia ha un patrimonio unico al mondo che grazie al 2018, proclamato l’anno nazionale del cibo italiano dal Mipaaf e Mibact, potremo valorizzare ancora di più – ha dichiarato Roberto Di Vincenzo, presidente Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) -. Non si tratta di sottolineare solo i successi economici di questo settore, ma di ribadire e promuovere anche all’estero il legame profondo tra cibo, paesaggio e cultura. Elementi distintivi dell’identità italiana“.
“La connessione tra le filiere dell’agricoltura e del turismo è una delle basi per uno sviluppo sostenibile del territorio – ha affermato Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere -. E’ opportuno aprire ad un profondo rinnovamento dei modelli turistici, anche in direzione della sostenibilità, dell’adattamento alle nuove tendenze della domanda e della qualità dell’accoglienza, per portare nuova ricchezza alle imprese ed alle comunità locali”.
La domanda turistica dell’Italia gastronomica si dimostra oltre che in crescita, di portata prevalente: si sta verificando una trasformazione del momento della ristorazione da bisogno primario a prima motivazione di viaggio, soprattutto per i turisti stranieri. Sono sempre più frequenti le richieste di itinerari enogastronomici, di spostamenti (anche di breve soggiorno) per visitazioni a cantine o aziende di produzione agricola, ma anche a laboratori di trasformazione che mantengono le tecniche tradizionali del luogo.
Mangiare e bere sono il top per i turisti, secondo la ricerca Isnart-Unioncamere gli elementi che soddisfano di più riguardano la qualità dell’offerta enogastronomica locale: sia in generale, la qualità del mangiare e del bere (per la quale il voto medio espresso è il più alto, pari a 8 sia per gli italiani che per gli stranieri), ma anche la qualità della ristorazione locale in particolare (7,6) ed i relativi costi (7,5).
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