InformaGiro: le prime 3 tappe in Israele, in 10 assaggi
di Alessandra Favaro
Ultima Modifica: 04/05/2018
Vigneti nel deserto, antiche vie delle Spezie, culture millenarie e hi-tech: il Giro d’Italia fa scoprire scenari e storie incredibili di Israele. A proposito, lo sapete perchè parte proprio da qui? Scopritelo leggendo l’articolo.
Le prime tre tappe del Giro d’Italia 2018 partono da Israele e toccheranno luoghi carichi di storia e altri meno conosiuti di Israele: da Gerusalemme a Tel Aviv passando per il deserto del Negev, Be’er Sheva ed Eilat, paradiso sul mar Rosso famoso per il bird watching, al doppio confine con Egitto e Giordania. Un’occasione per scoprire qualcosa in più sulle tipicità di questo splendido paese e sui rapporti tra export agroalimentare italiano e Israele.
Una strada tra tesori archeologici e deserto, dove si nascondono pregiate produzioni locali, vigneti, olio, coltivazioni rare e prodotti di nicchia.
Il Day One vedrà i ciclisti iniziare la corsa sullo sfondo dell’iconica Gerusalemme. Il secondo giorno partirà dai pittoreschi Giardini Baha’i di Haifa, passando per la storica Akko, verso Zichron Ya’akov, zona rinomata per i suoi vigneti, fino a Cesarea, prima che i ciclisti raggiungano il traguardo sul lungomare di Tel Aviv, per un totale di 167 km.
Il terzo giorno inizia a Beer Sheva, la “Capitale del Negev”, e attraversa il più suggestivo scenario del sud di Israele, attraversando il mozzafiato deserto del Negev incluso il meraviglioso Cratere Ramon, terminando nella località di Eilat, sul Mar Rosso, per un totale di 226 km.
Scopriamo in 10 assaggi i tesori ancora poco conosciuti di questo itinerario di Israele, dove il deserto nasconde molte sorprese incredibili
1. OGGI A Gerusalemme si possono gustare le ricette della Bibbia con lo “chef biblico” Moshe Basson nel suo ristorante The Eucalyptus , che grazie agli studi in agraria e la passione per gli antichi manoscritti, ha fatto rivivere nella sua cucina kosher le ricette ebraiche della Bibbia, soprattutto sviluppando ingredienti come ere e piante selvatiche commestibili della zona e i loro usi culinari. In Italia invece, un progetto simile (ma meno gastronomico e più spirituale) lo sta portando avanti il prete chef Pierluigi Plata.
2. IERI Il vino fa parte della storia di Israele da millenni. Persino la Torah narra che Noè, dopo la salvezza dal diluvio universale, piantò vigneti e preparò del vino che bevve fino a ubriacarsi.
Vigneti e terrazzamenti hanno una storia più antica dello stato di Israele.
La produzione però fece il passo avanti con il barone Edmond de Rothschild, banchiere, collezionista, filantropo e proprietario della tenuta Bordeaux Château Lafitte che fondò la cantina Carmel Winery nel 1882 con l’acquisto di terreni in Palestina, all’epoca sotto il governo ottomano. Oggi, Carmel cantina produce 15 milioni di bottiglie all’anno.Ancora oggi le sue cantine a Rishon Lezion possono essere visitate.
3. PER STRADA Una delle tappe più suggestive del Giro 2018 in Israele sarà senza dubbio il deserto del Negev on the road. Un deserto di grandi spazi e silenzi, ma anche di attività produttive, di vigneti e uliveti. Come i vini dell’enologo Zvi Remak, che ha appreso i segreti del vino in Napa Valley, in California. Con la tecnologia e tanta passione è riuscito a portare le vigne nel deserto.
Il suo vino nasce nel kibbutz Sde Boker, il più famoso di Israele, quello dove visse Ben Gurion, il padre fondatore dello Stato di Israele e primo premier.
La sua vineria nel deserto si chiama The Sde Boker Winery. Da provare anche l’olio extravergine d’oliva prodotto nel kibbutz.
4. PER TERRA Nei mesi invernali, Israele è la serra dell’Europa, dove esporta meloni, pomodori, cetrioli, peperoni, fragole, kiwi, mango, avocadi, un’ampia varietà di agrumi, rose a gambo lungo e garofani. L’agricoltura in Israele ha dovuto fare i conti con l’aridità del terreno, in maggioranza desertico, a cui ha supplito l’ingegno dell’uomo con la tecnologia.
Grazie alla tecnologia in Israele che è stato selezionato il pomodoro di Pachino, oggi Igp della Sicilia. L’ortaggio infatti non appartiene all’agricoltura tradizionale dell’isola, essendo una varietà introdotta nel 1989 dalla multinazionale israeliana HaZera Genetics.
5. PRODOTTI TIPICI Famosa come la terra del latte e del miele, Israele è abbondante dal punto di vista della gastronomia, ricca di prodotti e ricette tipiche e piatti importati dai Paesi dove le persone di religione ebraicai vivevano prima della nascita dello Stato di Israele.Uno dei pochi cibi considerato tipico israeliano è il Ptitim, conosciuto anche Cuscus israeliano. Da provare i prodotti da forno, lo Shakshuka con i suoi tre ingredienti obbligatori di pomodori, salsa piccante e uova. I mercati locali sono il luogo ideale per fare il pieno di datteri. Da provare passeggiando per Jaffa, la città vecchia di Tel Aviv, il succo fresco di melograno venduto dai carretti locali e spremuto al momento. A Gerusalemme, il Mahane Yehuda market offre oltre duecento stand di cucina al momento, spezie,sapori, odori tipici di Israele. Tra i piatti tipici di Gerusalemme: Knafeh (pasta sfoglia con formaggio e arancia), Sabich (pita con melanzane, uova e hummus), Shawarma di tacchino o pecora, Malabi (budino con mandorle).
6. STREET FOOD Falafel e Shawarma sono sinonimo di cibo israeliano. Ma anche la Pita e i Lafa, speciali panini piatti da riempire con melanzane fritte, carne, hummus…
7.FORSE NON LO SAPEVI Perchè il Giro parte da Israele? La Corsa Rosa ogni due anni parte dall’estero. Stavolta partirà da Israele in memoria di Gino Bartali, il campione di ciclismo che contribuì a salvare numerosi ebrei dai nazifascisti, portando nella tubolare della sua bicicletta documenti preziosi per la loro salvezza. Durante il Giro sarà commemorato il campione, che otterrà ufficialmente in memoria la cittadinanza onoraria dello Stato ebraico. Un riconoscimento, per il grande ciclista fiorentino, a cinque anni dalla proclamazione di ‘Giusto tra le Nazioni’ .
8. NEI DINTORNI Fuorirotta suggestivo nel deserto del Negev alla scoperta dell’Antica Via delle Spezie. Tappa al Parco Nazionale di Avdat, antica roccaforte dei mercanti Nabatei. Oggi patrimonio Unesco, testimonia l’antichissima vocazione vinicola della zona: nel sito archeologico infatti si può visitare un antico torchio per la produzione del vino.
9. TENTAZIONI Un dolce senza latte ne uova: l’Halva israeliano è una tentazione a cui cedere anche se si è vegan. Gli ingredienti principali sono il tahini – la pasta di sesamo – e zucchero o miele (se non si è vegani).
10 TRADIZIONI Da cosa deriva la straordinaria varietà della cucina israeliana? Facciamo due conti: l’80% degli Israeliani sono ebrei, più della metà nati in Israele. Ma la maggior parte dei loro genitori, nonni o bisnonni sono arrivati in Israele da più di 120 Paesi, e hanno portato con loro piatti, ricette e tradizioni culinarie da sei continenti. Può così capitare che oggi in Israele ci siano ristoranti che servono piatti che non esistono in nessun altro posto del mondo, soprattutto luoghi dove non ci sono più ebrei, o dove una volta la comunità ebraica creò particolari tradizioni culinarie, come Salonicco, Dubrovnik,Yemen ecc…
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