Il Prosciutto di Parma contro i falsari
di Informacibo
Ultima Modifica: 04/03/2013
Parma, 4 marzo 2013 – Una sentenza esemplare quella ottenuta dal Consorzio del Prosciutto di Parma contro alcuni commercianti di prodotti alimentari campani che apponevano marchi falsi su prosciutti non genuini. Una condanna a due anni e sei mesi di reclusione, una multa di 6.000€ e altri 6.000€ per le spese processuali sostenute dal Consorzio che riceverà inoltre un risarcimento per i danni provocati all’immagine della DOP stabilito dal giudice civile in via provisionale pari a 15.000€
Frode in commercio, contraffazione del marchio e ricettazione i reati contestati
L’azione, risalente al 2005, è stata condotta dagli ispettori dell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio congiuntamente alla Guardia di Finanza che hanno sequestrato circa 50 prosciutti contraffatti. L’oggetto della contraffazione è la “corona ducale”, il noto marchio a fuoco che contraddistingue il Prosciutto di Parma originale.
Il Consorzio e in particolare i nostri ispettori svolgono costantemente numerose azioni di contrasto per combattere l’agropirateria investendo tra l’altro molte risorse – ha commentato Federico Desimoni, vice direttore e responsabiledell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio– ma non sempre sono sufficienti a fronteggiare adeguatamente questi fenomeni in tutti i Paesi del mondo. Questa sentenza è indubbiamente un risultato importante che riconosce il nostro operato e salvaguarda l’eccellenza del Prosciutto di Parma, ma riteniamo che sia necessario lavorare a livello comunitario con le altre DOP e sostenerci a vicenda per tutelare i prodotti di qualità anche agli occhi del consumatore.
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