La filiera del Prosciutto di Parma è rigorosamente tutta italiana
di Informacibo
Ultima Modifica: 13/12/2013
Parma 13 dicembre 2013. In riferimento alle recenti dichiarazioni di un leader de “I Forconi”, Mariano Ferro, circa l’utilizzo di maiali esteri per la produzione di Prosciutto di Parma, Paolo Tanara, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, dichiara quanto segue:
Alcune recenti dichiarazioni del tutto prive di fondamento, ci obbligano ancora una volta a intervenire per tutelare un prodotto che invece dovrebbe essere un orgoglio tutto italiano e come tale protetto e valorizzato.
Per rassicurare tutti i consumatori, ribadiamo allora che la nostra filiera è rigorosamente tutta italiana. Il Prosciutto di Parma è una DOP (denominazione di origine protetta) e quindi 100% italiano. Questo vuol dire che deriva esclusivamente da suini italiani, nati e allevati solo e soltanto in 10 regioni del centro-nord Italia.
Suini dei quali è possibile conoscere non solo la provenienza, esclusivamente italiana, ma anche regione, provincia e addirittura il singolo allevamento. Una tracciabilità riconoscibile dai consumatori attraverso le “firme” lasciate da ogni componente della filiera sulla cotenna del prosciutto, come la corona ducale impressa a fuoco o i timbri degli allevamenti e dei macelli. Ma non solo.
Il Prosciutto di Parma è un prodotto completamente naturale che segue un rigido disciplinare produttivo ed è sottoposto a numerose operazioni di controllo così come tutta la filiera produttiva.
Queste sono soltanto alcune delle principali caratteristiche che distinguono i prosciutti DOP da quelli generici e che garantiscono al consumatore la qualità del prodotto che sta acquistando.
Le recenti affermazioni sono episodi pericolosi aggravati dalla risonanza che gli organi di informazione nazionale possono dare e dall’influenza che possono esercitare sui lettori e sull’opinione pubblica in generale, veicolando in questo caso informazioni sbagliate che intaccano non solo l’immagine del nostro prodotto, ma più in generale quella dell’intera filiera della suinicoltura italiana e che influiscono negativamente sulla reputazione delle DOP e sulla percezione della loro qualità agli occhi del consumatore.
Qualsiasi manifestazione di protesta è per fortuna legittima purché pacifica, ma ci opponiamo invece fortemente a qualsiasi forma di strumentalizzazione del Prosciutto di Parma e della sua notorietà e sottolineiamo l’importanza di fare informazione veicolando messaggi corretti in modo da rendere i consumatori consapevoli di ciò acquistano.
Tutto questo è necessario per difendere le nostre eccellenze da qualsiasi fenomeno che possa delegittimare o vanificare gli sforzi e i costi sostenuti da tutti gli operatori della filiera, dagli allevatori ai macellatori, fino ai produttori di prosciutti tutelati.
Ecco perché ci auguriamo che tutti coloro che hanno una visibilità mediatica possano parlare del Prosciutto di Parma con cognizione di causa senza danneggiare l’immagine del prodotto e di un intero comparto.
Il Prosciutto di Parma ha una produzione assolutamente artigianale che utilizza solo carne di suino italiano senza l’aggiunta di alcun conservante o additivo, per un prodotto completamente naturale.
La filiera produttiva è composta da 150 aziende produttrici, 4.300 allevamenti suinicoli, 130 macelli, 3.000 addetti alla lavorazione, per un giro d’affari complessivo di 1,5 miliardi di Euro.
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