Il Consorzio del Parmigiano-Reggiano Meno Formaggio nel 2013, ma resta il rigore sui piani produttivi - InformaCibo

Il Consorzio del Parmigiano-Reggiano Meno Formaggio nel 2013, ma resta il rigore sui piani produttivi

di Informacibo

Ultima Modifica: 11/12/2012

Reggio Emilia, 4 dicembre 2012 – Nonostante la quota disponibile di Parmigiano Reggiano si preveda in calo nel 2013 rispetto al 2012, il Consorzio continua a premere l’acceleratore sulla programmazione produttiva.
“Così come ha sancito l’approvazione del Pacchetto latte e del Pacchetto qualità da parte del Parlamento Europeo – ha sottolineato il presidente dell’Ente di tutela, Giuseppe Alai, nell’ambito dell’assemblea dei consorziati – questa resta la via maestra per una crescita ordinata del settore e una reale tutela dei redditi, strettamente legati all’equilibrio reale tra domanda e offerta, alla stabilità delle relazioni – anche quantitative – con il mondo della distribuzione e, ancora, al contenimento di quelle grandi oscillazioni sui prezzi che disorientano i consumatori, con instabilità legate proprio ad un andamento delle quotazioni strettamente correlato ad altalenanti livelli produttivi”. Una presa di posizione ferma, quella di Alai, con un rilancio dei piani produttivi e del loro valore strategico che prescinde dalla situazione congiunturale, che dovrebbe determinare, come si è detto, un leggero calo della produzione disponibile nel 2013 rispetto al 2012.

Nonostante una produzione che a fine anno si attesterà a 3.330.000 forme (99.000 in più rispetto a quelle del 2011), il terremoto del 20 e 29 maggio ha infatti determinato un calo della disponibilità, sulla produzione 2012, pari a 120.000 forme (completamente uscite dal tradizionale consumo perché distrutte o fuse); il contemporaneo incremento delle esportazioni (+7%, pari a 65.000 forme), i ritiri che effettuerà la società I4S per operazioni promozionali sui mercati esteri (80.000 forme), compenseranno anche una previsione di leggero calo dei consumi interni determinata dalla crisi economica (la stima è di 50.000 forme in meno), con una disponibilità complessiva che si attesterà a 3.100.000 forme di produzione 2012 rispetto ai 3.231.000 forme prodotte nel 2011.
Giuseppe Alai“Queste – ha detto Alai – sono però situazioni del tutto eccezionali legate anche ad un evento drammatico sul piano economico e tragico dal punto di vista umano. Il sistema Parmigiano Reggiano ha anticipato largamente la consapevolezza – sancita anche dalla UE – che una gestione ordinata dei flussi produttivi è condizione fondamentale per affrontare i mercati tutelando i redditi, a maggior ragione nel momento in cui si consolida la tendenza ad una contrazione delle risorse pubbliche disponibili per sostenere i produttori nelle situazioni di crisi dei mercati agroalimentari”. Da qui, dunque, l’invito di Alai al massimo rigore nella gestione della produzione e a continuare in un percorso di coesione tra i caseifici che, insieme alla solidarietà di milioni di consumatori, ha consentito riprendere la via della rinascita anche nelle aree colpite dal terremoto.

A questo proposito, il condirettore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti, ha sottolineato che entro il mese di dicembre i caseifici colpiti dal terremoto riceveranno la prima tranche, pari a 4,7 milioni, dei fondi raccolti a loro favore grazie agli altri caseifici del comprensorio (8,6 milioni deliberati dall’assemblea nel luglio scorso), ai consumatori, alle catene distributive e alle vendite solidali effettuate da latterie del comprensorio (1 milione e 152 euro al 3 dicembre). La cifra sarà resa disponibile ai caseifici privi di copertura assicurativa sul prodotto (comunque nei limiti del 20% del danno subito), mentre la parte restante dei fondi confluiti sul Comitato Caseifici Terremotati sarà ripartita dopo che saranno stati ripartiti i fondi pubblici di sostegno alle strutture danneggiate e le compagnie assicurative avranno stabilito gli i indennizzi.

Sullo sfondo, intanto, insieme ad una possibile riduzione delle scorte e ad impegni consortili che prevedono investimenti per 5 milioni sull’export e 7 milioni sul mercato nazionale, qualche preoccupazione per l’aumento dei consumi di formaggi similgrana d’importazione, che nel 2012 hanno guadagnato un + 5,8% a dispetto delle migliori Dop italiane.

Condividi L'Articolo

L'Autore

Capo Redattore