Cin cin. Bere troppo fa male, non bere per niente, a volte, fa peggio
di Informacibo
Ultima Modifica: 22/06/2014
Già definito “una fenomenologia del bevitore” il libro di Enrico Vaime raccoglie un repertorio di ricordi, episodi, riflessioni dell’autore sul vino – e sul bere in generale – spesso utilizzato per stordire le coscienze o ingannare il nemico “Hitler si finse bevitore di Pilsen per rappattumare degli irrequieti agitatori politici. Era astemio”.
Dunque divagazioni storiche, che evocano personaggi potenti alle prese con le decisioni sui destini dei loro popoli davanti ad un calice di vino o ad un boccale di birra!
Il libro contiene inoltre divertenti descrizioni di gesti, consapevoli o meno, e battute che smorzano i toni seri spesso assunti durante il rituale dell’apertura di una bottiglia. Ma l’illustre opinionista perugino esorta anche a non considerare il vino la panacea di tutti i mali lanciando una sorta di monito, quello di non farsi bere dal vino che equivale a dire di non prendersi troppo sul serio durante la bevuta così come nella vita, di riuscire a prendere le distanze da comportamenti stereotipati e modaioli intorno alle bevute.
E, contro ogni tendenza, è convinto che si beva soprattutto per ricordare piuttosto che per dimenticare.
Questo pensiero, certamente, entrerà a fare parte degli “aforismi del giorno”.
Cin Cin. Bere troppo fa male. Non bere per niente, a volte, fa peggio
di Enrico Vaime
edito da Wingsbert House
neonata sigla editoriale food&wine di Francesco Aliberti
Condividi L'Articolo
L'Autore