“Il bisogno e il sogno. Conserve Italia: una bella storia di cooperazione”
di Informacibo
Ultima Modifica: 30/09/2016
Che quel sogno non fosse utopia lo testimonia la storia di Conserve Italia, un consorzio cooperativo che è oggi ai vertici del settore agroalimentare in Italia e in Europa. Proprio grazie alle dimensioni raggiunte, l’impresa cooperativa può dare una prospettiva di sviluppo ai propri soci, valorizzandone la produzione attraverso la propria presenza sul mercato con i suoi marchi prestigiosi.
Di Conserve Italia, che compie quarant’anni (1976-2016), hanno raccontato la storia Giuliano Vecchi, già segretario nazionale di Confcooperative e presidente di una cooperativa agrituristica bolognese, e Elio Pezzi, giornalista dell’ufficio stampa di Confcooperative Emilia Romagna.
“Il bisogno e il sogno” descrive e testimonia, come racconta Vecchi, “un’esperienza cresciuta “dal basso”, di popolo, che si è imposta all’attenzione e all’ammirazione prima in ambito locale, poi regionale, nazionale e, infine, europea”, e che diventa una storia emblematica "di un’impresa cooperativa nel solco della cultura imprenditoriale del nostro Paese, della politica agricola comunitaria, della visione che trova nella cooperazione un nuovo modello di fare impresa", come descrive Pezzi.
Il libro è articolato in due parti.
Nella prima (1976-2000), Vecchi scrive delle origini e della crescita di Conserve Italia, dai primi passi compiuti per favorire la nascita di cooperative di agricoltori sul territorio al costante lavoro di sensibilizzazione e al coraggio dei primi amministratori cooperativi che acquisirono Valfrutta, poi Massalombarda Colombani (e il suo marchio Yoga) e Derby, realizzando il primo percorso di sviluppo dell’impresa di San Lazzaro, fino al ricambio generazionale, avvenuto nel 2000. Della seconda parte (2000-2016), che inizia proprio in tale anno, scrive Pezzi, il quale racconta del nuovo piano industriale di Conserve Italia, con la costruzione dello stabilimento di Pomposa, il più grande d’Europa, dell’acquisto della Cirio, lo storico marchio del “made in Italy”, che si caratterizza quale operazione emblematica del ruolo e della presenza internazionale di Conserve Italia, che ha creato nuovi sbocchi di mercato all’agricoltura italiana, puntando sulla valorizzazione dei propri marchi, così come del lavoro e delle produzioni dei propri soci, anche quale risposta concreta alla crisi economico-finanziaria in atto.
“La “testardaggine” dei contadini, dei cooperatori agricoli, unita al pensiero razionale di non voler essere dei lavoratori per conto di altri ma degli imprenditori veri, con dignità e orgoglio, – sottolinea Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia – ha dato vita a questa azienda”. Un’impresa che vuole continuare a essere protagonista sul mercato, anche grazie al “vero e proprio scambio intergenerazionale tra giovani e meno giovani, tra generazioni di uomini e donne accomunate da passione e cooperazione". Ieri come oggi. E domani.
“Il bisogno e il sogno”, edito per i tipi di Itaca Edizioni, è arricchito da 36 immagini in bianco e nero, che evidenziano alcuni dei momenti principali della storia e dei marchi di Conserve Italia.
IL BISOGNO E IL SOGNO. Conserve Italia: una bella storia di cooperazione
Autori: Giuliano Vecchi, Elio Pezzi
Itaca Edizioni, Castel Bolognese, settembre 2016, pp. 192, spi
“Quella di Conserve Italia è una storia di persone che, fin dall’inizio, hanno saputo costruire un’azienda di successo, una cooperativa vera, capace di interpretare, già dai primi giorni della sua attività, la mission di valorizzare i prodotti agricoli in modo completo, dalla coltivazione alla tavola del consumatore, con un proprio marchio, Valfrutta”. Con queste parole, il presidente Maurizio Gardini ha aperto la conferenza stampa di presentazione del libro “Il bisogno e il sogno. Conserve Italia: una bella storia di cooperazione”, che racconta origini, crescita e sviluppo del consorzio di San Lazzaro di Savena, azienda leader in Europa nel settore agroalimentare, che quest’anno festeggia il suo quarantennale (1976-2016), peraltro contemporaneamente ai 70 anni del marchio Yoga, rilevato da Conserve Italia nel 1994, con l’acquisizione della Massalombarda Colombani, e i 160 del marchio Cirio, simbolo del “made in Italy” nel mondo, acquisito nel 2004.
Autori della “bella storia di cooperazione” sono Giuliano Vecchi, uno dei padri della moderna cooperazione italiana, e il giornalista Elio Pezzi, che raccontano i primi 40 anni di Conserve Italia attraverso le scelte imprenditoriali e l’impegno cooperativo, nonché le testimonianze e gli aneddoti dei suoi protagonisti. Vecchi, che ha realizzato la prima parte (1976-2000) della pubblicazione, ha sottolineato, tra le altre cose, che “il percorso di allora ancora oggi testimonia come sia possibile conservare valori, metodo e modelli gestionali rigorosamente cooperativi e mutualistici, pur perseguendo le dimensioni necessarie per competere sui mercati mondiali in modo efficace" e senza dimenticare “la visione che ha sostenuto quel periodo e le esperienze e i diversi ruoli che vi sono confluiti". Pezzi, che ha scritto la seconda parte (2000-2016), ha invece rimarcato come quel “sogno si sia sviluppato, compiendo scelte strategiche fondamentali, dal piano industriale a quello di ristrutturazione, dalla costruzione dello stabilimento di Pomposa – il più grande d’Europa – all’acquisizione di altre imprese europee, la Cirio su tutte, che rischiava di finire in mani straniere, affrontando altresì situazioni drammatiche come l’alluvione che aveva seriamente danneggiato lo stabilimento di Albinia e la crisi che ancora oggi colpisce l’Italia".
Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia, nel suo intervento si è concentrato soprattutto sul futuro dell’impresa, che passa dallo "sviluppo del made in Italy attraverso l’incremento di progetti di filiera che consentono di estendere le produzioni presso i soci dell'azienda, come sta avvenendo per i legumi e per la frutta mediante progetti dedicati all’industria, nonché per il pomodoro con lo studio e lo sviluppo di varietà più idonee all’uso industriale”. “Innovazione e nuovi prodotti – ha aggiunto Rosetti – permettono, infatti, più margini, più valore aggiunto e più capacità di entrare nei nuovi mercati, oltre a offrire importanti alternative ai soci in questi anni così difficili per la nostra agricoltura". Ma “senza dimenticare la presenza sui mercati internazionali con una sempre più mirata politica di marchio, – ha concluso Gardini – portata avanti con i nostri grandi brand, quali appunto Cirio, Yoga e Valfrutta, e nella fedeltà al metodo cooperativo che ha salvato e incrementato un patrimonio che appartiene all’Italia e al made in Italy, e che ha nel settore agroalimentare uno dei ‘giocatori’ di maggior prestigio. Italia, infatti, vuol dire sole, natura, uniti ad una capacità produttiva e innovativa uniche”.
Condividi L'Articolo
L'Autore