Il giro del cappero, da Agrigento alla BIT di Milano a bordo della mitica 500 datata 1971 - InformaCibo

Il giro del cappero, da Agrigento alla BIT di Milano a bordo della mitica 500 datata 1971

di Informacibo

Ultima Modifica: 03/02/2016

di Alba Simigliani

Montenero di Bisaccia gennaio 2016. Alessandro Ciulla e Edite Lanka, partiti da Agrigento il 16 gennaio scorso, arriveranno al BIT di Milano l'11 febbraio a bordo della mitica 500 datata 1971 per far conoscere la bontà del cappero di Linosa e raccontare la loro storia, mentre ascoltano quella degli altri che incontrano lungo la via.
Aperti alla conoscenza e al confronto arricchiscono così il loro bagaglio umano e quello di chi li accoglie.

Incontriamo la giovane coppia nella tappa molisana alla Masseria Zinni fra San Salvo e Montenero di Bisaccia.

Rinfrancati e rifocillati dai genuini prodotti dell'Azienda Agricola e dalle prelibatezze di Maria Antonietta, parlano ed ascoltano volentieri.

A chi è venuta l'idea di questo viaggio del cappero in 80 tappe? Chiediamo
Avevo da tempo il desiderio di fare questo viaggio minimalista – afferma Alessandro – addirittura pensavo di farlo in Ape! Poi ho conosciuto Mariagrazia Innecco e insieme abbiamo messo a punto il Progetto.

Fin'ora com'è andata?
Bene, sono contenta- dice Edite con sicuro italiano e accento siculo – Un po' stanchi, ma abbiamo incontrato tanta bella gente ed assaggiato cose squisite. L'accoglienza è stata ovunque calorosa.

Quali difficoltà avete incontrato fin qui lungo il cammino, quali i momenti più difficili e scoraggianti?

Viaggiare a 50 all'ora in una Cinquecento è piacevole perché permette di godere delle bellezze della nostra meravigliosa Italia, ma comunque faticoso. Quando abbiamo avuto problemi meccanici, abbiamo scoperto che c'è una solidarietà incredibile ed esiste una vera famiglia della mitica 500, con fiduciari in ogni Provincia pronti ad aiutarti. I rischi sono infiniti, ma chi come me è abituato a vivere su un scoglio e a far fronte a continui imprevisti, a doversi confrontare ogni giorno con una realtà bellissima, ma difficile e complessa come quella della Sicilia, non si scoraggia facilmente ed è pronto ad affrontare ogni difficoltà.

Chi è più coraggioso dei due?
Alessandro non ha dubbi: Lei!

Edite Lanka, una esile e delicata fanciulla venuta dalla Lettonia 8 anni fa con il Progetto Comenius, si è innamorata della Sicilia e di Alessandro ed è rimasta a vivere sull'isola.

Non si scoraggia mai. E' ottimista anche rispetto al nostro futuro incerto e alla precarietà del lavoro!
I discorsi si ampliano: si parla delle difficoltà dell'intero Paese, delle contraddizioni del mondo, degli eccessi sbagliati, della Natura contaminata. E l'umile cappero diventa simbolo del Sud e metafora di riscatto per costruire un mondo migliore!

Attraversano l'Italia anche per ricordare che cosa significa essere giovani, avere un sogno e la forza e la determinazione di realizzarlo. Senza incertezze nutrono l'utopia che si possa far cambiare rotta alla logica della sopraffazione e del mero profitto che inquina irrimediabilmente la natura e il mondo. Cercano di risvegliare soprattutto nei giovani la fiducia e la responsabilità di non essere rassegnati e di non lasciarsi soffocare dalla crisi.

Con il pessimismo della ragione e dell'età, tento di spegnere gli utopistici entusiasmi con domande provocatorie:
Ma davvero pensate di cambiare il mondo? Mi sembra un film già visto o meglio vissuto. Anche noi giovani rivoluzionari nel '68 lottavamo, e non in solitudine, per un mondo migliore: un mondo di pace, per l'affermazione dei diritti universali dell'uomo, per la salvaguardia della natura… Eravamo numerosissimi a condividere questo sogno; eravamo in molti insieme ad artisti ed intellettuali ad inseguire l'utopia, eppure il corso delle cose, la storia, ne ha tenuto conto solo marginalmente.

Non si lasciano scoraggiare. Determinati e convinti a dare il proprio contributo, a continuare a custodire il seme giusto, tappa dopo tappa, con la forza, l'umiltà, la tenacia del cappero, riprendono la via sicuri di insegnare la vita e il futuro.
E' l'eterna sfida del piccolo Davide, armato solo di fionda, che uccide il temibile gigante Golia. Uno dei Miti più affascinanti e intramontabili! Il Giro del Cappero è la metafora di un sogno arduo. E se nel Mito è il piccolo a vincere allora c'è speranza che il minuscolo cappero possa avere la meglio sui potenti giganti di oggi. Ogni sogno possiede un seme che richiede coraggio, perseveranza, coerenza per dare frutti ed Alessandro ed Edite ne hanno da vendere!

Questo è anche un viaggio romantico, e ci sarà un lieto fine.
-Sì – risponde la dolce Edite sempre sorridente – il 13 febbraio ci sposeremo a Saregno e il cappero sarà protagonista anche della nostra bomboniera. Poi ci imbarcheremo a Genova per far ritorno a casa. Tanto il viaggio di nozze lo abbiamo anticipato.
E che viaggio! Certamente singolare.
 

Il Viaggio del Cappero, tappa dopo tappa, crea racconti e legami, getta ponti con storie d'amore e d'amicizia a priori– come dice l'amico scrittore Luca Caporaso
L'Amore anche se va piano (in 500) non lo puoi fermare, impedire, forse si può ostacolare, rallentare, ma mai confondere.
Costruttori di sogni, di desideri, di ottimismo e bellezza Edite ed Alessandro, passano e lasciano, speriamo non solo per un giorno, la forza e il sorriso di una semplice verità: che si può essere piccoli, forse anche non indispensabili, ma sicuramente necessari a dare sapore alla vita. Proprio come il semplice cappero che, quando c'è, ti cambia un piatto in un capolavoro indimenticabile!
Una risposta ottimista alla Sindrome del mondo cattivo.

Una ricetta per gustare il cappero di Linosa?
Il suggerimento di Alessandro: una fetta di buon pane con olio, pomodoro e due capperi raccolti ancora artigianalmente nella bella isola delle Pelagie.

Occorre approfittare di questi incontri, il treno, o meglio, la 500 Capperina passa una sola volta!
E…arrivederci alla Bit di Fiera Milano.


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L'Autore

Capo Redattore