Francia, Giappone e Canada i Paesi dove si mangia meglio al mondo, Italia al sesto posto
di Informacibo
Ultima Modifica: 02/12/2016
Francia. E poi Giappone e Canada. Sono i tre Paesi dove il cibo è il più “buono” del mondo. Non per il semplice gusto, ma perché sono risultati – tra i 25 Paesi analizzati, rappresentanti oltre i 2/3 della popolazione mondiale e l’87% del PIL globale – i più virtuosi nel produrre, distribuire e consumare il cibo.
Lo ha stabilito il Food sustainability index (Fsi), voluto dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (Bcfn) e realizzato da The Economist Intelligence Unit (Eiu), il centro di ricerca del Gruppo The Economist.
I risultati di questo indice sono stati illustrati nell’ambito della settima edizione del Forum internazionale su alimentazione e nutrizione, promosso e organizzato da Fondazione Barilla, che si è tenuto a Milano all’Università Bocconi, dal titolo "Mangiare meglio. Mangiare meno. Mangiare tutti".
Nella classifica l’Italia è al sesto posto: è tra i primi 10 Paesi per agricoltura sostenibile, con ottime performance per la diversificazione nel settore agricolo e la gestione dei consumi idrici, ed è il Paese europeo che segna la migliore performance per emissioni di gas serra in agricoltura. Inoltre è indicata tra i Paesi che stanno facendo di più per contrastare lo spreco di cibo, come dimostra anche la legge promulgata lo scorso agosto.
Il Food Sustainability Index ha permesso di stilare la classifica dei luoghi dove si mangia meglio nel pianeta sulla base di 58 parametri in tre ambiti di ricerca: agricoltura sostenibile, sfide nutrizionali e spreco di cibo. Tra i 25 Paesi analizzati, rappresentanti oltre i due terzi della popolazione mondiale e l’87 per cento del Pil globale, la Francia guadagna il primo posto soprattutto per le sue innovative politiche contro lo spreco e per l’approccio equilibrato all’alimentazione.
Giappone e Canada si collocano al secondo e terzo posto, grazie alle loro politiche in tema di agricoltura sostenibile e nella diffusione di regimi alimentari corretti ed equilibrati. In fondo alla classifica ci sono India, Arabia Saudita ed Egitto, che si trovano ad affrontare la doppia sfida dell’obesità e della malnutrizione.
“Lo slogan che abbiamo scelto per questo Forum BCFN è ‘Mangiare Meglio. Mangiare Meno. Mangiare Tutti’ perché racchiude il nostro pensiero in poche parole: se mangiamo meglio, a goderne non sarà solo la nostra salute, ma anche il nostro Pianeta.” dichiara Guido Barilla, Presidente BCFN. “Il Food Sustainability Index servirà a farci capire dove si mangia meglio al mondo, non in termini di “gusto”, ma in termini di sostenibilità del sistema alimentare, permettendo agli studiosi e ai decisori politici di capire come orientare ricerche e scelte politiche.”
"Il cibo italiano è per me il più buono al mondo come gusto, ma come sistema alimentare, anche se siamo nella parte alta della classifica, dobbiamo fare meglio.” ha concluso Barilla.
Germania, Canada e Giappone, i Paesi top per sviluppo e promozione dell’agricoltura sostenibile
Si stima che la popolazione mondiale crescerà fino a 8.1 miliardi di persone nel 2025, e che il 95% della crescita avverrà principalmente nei Paesi in via di sviluppo. Dall’altra parte, il nostro pianeta sta diventando sempre più povero di terre coltivabili: soddisfare il bisogno alimentare mondiale significa, contestualmente, ridurre gli sprechi, sviluppare tecniche e tipologie di produzione ancora più sostenibili, migliorare l’efficienza del sistema alimentare e fare delle scelte ponderate e attente sull’uso della terra.
Secondo il Food Sustainability Index, i tre Paesi che stanno operando meglio in questa direzione sono Germania, Canada e Giappone. La Germania si aggiudica il primo posto per l’agricoltura sostenibile, per gli ottimi risultati ottenuti nella gestione delle risorse idriche e per l’utilizzo relativamente basso di pesticidi e fertilizzanti. Il Canada si posiziona al secondo posto grazie agli alti punteggi ottenuti per la qualità dei sussidi, la diversificazione della produzione agricola e l’alta produttività.
Dall’altra parte, ai gradini più bassi della classifica, troviamo India, Emirati Arabi ed Egitto. Per gli Emirati Arabi hanno pesato la scarsità idrica, la poca biodiversità e un pesante impatto ambientale dell’agricoltura sul suolo. Per l’India, invece, le più grandi sfide includeranno un’ottimizzazione nella gestione dell’acqua e una soluzione all’impatto negativo dell’agricoltura nelle risorse idriche.
Sfida nutrizionale: Francia, Giappone e Corea del Sud sul tetto del mondo. Male India, Nigeria e Sudafrica
Oggi 795 milioni di persone nel mondo sono sottonutrite, mentre sono più di 2.1 miliardi le persone obese o in sovrappeso, e i numeri continuano a crescere. Il mondo ha oggi davanti due grandi sfide nutrizionali: risolvere il problema della fame nel mondo e della malnutrizione e – nel contempo – arginare la crescita di obesità e sovrappeso. Entrambi questi fattori comportano conseguenze a lungo termine come maggiori costi per il servizio sanitario, ma anche mortalità, aspettative di vita e della produttività economica.
Sono Francia, Giappone e Corea del Sud i Paesi che nel FSI si piazzano ai primi posti per la qualità dell’alimentazione. In particolare, la Francia deve il suo primato alle politiche che incentivano l’adozione di diete salutari, con iniziative dedicate come la tassazione delle bevande zuccherate.
Di contro, i Paesi che dovranno affrontare le maggiori sfide in campo alimentare sono India, Nigeria e Sudafrica. L’India si posiziona all’ultimo posto della classifica soprattutto a causa del regime alimentare insufficiente della sua popolazione, con altissimi livelli di persone malnutrite, mentre il Sudafrica registra un aumento del consumo di “junk food”.
Ma se da una parte i Paesi più poveri lottano contro la fame e la malnutrizione, dall’altra obesità e sovrappeso crescono nei Paesi ricchi. A livello mondiale, infatti, il numero di persone in sovrappeso è triplicato dal 1965. In particolare, si registra un incremento dal 3,2% al 10,8% per gli uomini e dal 6,4% al 14,9% per le donne. Uno scenario che rischia di riprodursi anche nei Paesi in via di sviluppo che stanno attraversando quella che viene definita “obesità prematura”: qui il sovrappeso in bambini e adolescenti è passato rispettivamente dall’8,1% al 12,9% nei ragazzi e dall’8,4% al 13,4% nelle ragazze. I tassi di obesità, infatti, stanno crescendo sempre di più nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto tra i più piccoli, anche se in realtà si continua a soffrire la fame. E’ qui che i due fenomeni – obesità e malnutrizione – si fronteggiano, con un sostanziale aumento di malattie legate all’obesità come il diabete di Tipo 2, ictus e cancro.
Emirati Arabi sono oggi al top per sovrappeso e obesità, seguiti da Arabia Saudita e Stati Uniti. Negli Emirati Arabi il 74% della popolazione è obesa o sovrappeso (BMI superiore a 25), seguiti in questa classifica della ipernutrizione dall’Arabia Saudita (69,6%) e dagli Stati Uniti (67,3%).
Per mantenere viva l’attenzione del mondo sui paradossi del nostro sistema alimentare, in occasione del 7° Forum Internazionale, la Fondazione BCFN ha presentato e lanciato il Food Sustainability Media Award, concorso giornalistico internazionale, ideato in collaborazione con la Fondazione Thomson Reuters. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i media sui grandi temi globali riguardanti il cibo: dall spreco alimentare ai cambiamenti climatici, ai diritti degli agricoltori. Il premio prevede 3 categorie di concorso – giornalismo scritto, video e fotografia – e andrà a chi saprà meglio rappresentare i paradossi del cibo, oltre a proporre soluzioni su come combatterli.
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