Presentato il 10mo Rapporto sulle produzioni agroalimentari italiane DOP IGP STG
di Informacibo
Ultima Modifica: 18/12/2012
Roma 17 dicembre 2012. Questa mattina presso la Sala Cavour del Ministero delle politiche agricole alla presenza del Ministro Mario Catania a Roma è stato presentato il 10° rapporto Ismea/Qualivita sulle produzioni agroalimentari italiane DOP e IGP, che analizza i più importanti fenomeni socio-economici del comparto della qualità alimentare certificata, realizzato per il Ministero delle politiche agricole dalla Fondazione Qualivita e da Ismea, in collaborazione con Aicig e l’Università di Roma La Sapienza.
La presentazione del Rapporto 2012 sulle Dop e Igp italiane (QUI una sintesi del rapporto), è stato un momento utile per tracciare i nostri consumi alimentari, relativamente ai prodotti agroalimentari certificati anche in relazione al contesto macroeconomico attuale e per analizzare in modo approfondito alcuni dati vitali come i volumi produttivi, i valori economici (all’origine e al consumo), i canali di vendita e l’export dei vari comparti.
“In questo momento di crisi – ha spiegato Arturo Semerari, presidente Ismea – i consumi interni si sono contratti e si stanno ancora contraendo ma la domanda delle DO è in controtendenza. Si registra infatti un incremento sia dei volumi che dei valori e al domanda estera sta andando bene soprattutto per i prodotti lattiero caseari e a base di carne. Si esporta principalmente in Europa, dove il nostro primo cliente è la Germania, mentre per quanto riguarda i Paesi extra Ue esportiamo in particolare negli Stati Uniti”.
In Europa l’Italia è il paese con più Dop, Igp e Stg registrate: in tutto 248 contro le 192 della Francia e le 161 della Spagna, paesi che occupano rispettivamente il secondo e terzo posto. La fotografia scattata dal Rapporto riporta un settore in ascesa ma con tassi meno importanti rispetto agli anni passati. Stabilità determinata principalmente dal combinato disporsi di incrementi di produzione di alcuni comparti (+7% aceti balsamici e +7,6% olio extra vergine) e decrementi di altri (-1,7% formaggi). Come sottolineato nelle edizioni passate del rapporto si rileva una forte concentrazione del fatturato alla produzione su poche denominazioni. Nel 2011 le prime 10 Dop e Igp assommavano quasi l’84% del fatturato complessivo del comparto, una percentuale che però si è assottigliata di circa 3 punti rispetto al 2004.
A guidare la classifica, soprattutto per il fatturato al consumo, è il Parmigiano Reggiano Dop, seguito dal Grana Padano Dop e a pari merito dall’Aceto Balsamico di Modena Igp.
Il commento del Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai
Il primato del Parmigiano Reggiano deriva, secondo la classifica di Qualivita Ismea, soprattutto dal fatturato al consumo, che nel 2011 si è attestato a 2,29 miliardi ed è apparso in crescita del 15%, nonché da un ottimo andamento del valore delle esportazioni (435 milioni, con un +12,4% ) e del valore del fatturato alla produzione (922 milioni, con un +19%).
“Nel 2012 – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai – avremo saldi sicuramente diversi, soprattutto sul versante di quelle quotazioni all’origine che sono scese sensibilmente rispetto alla media del 2011, mentre sul versante del fatturato all’estero registreremo ancora un deciso miglioramento”.
“Intanto – prosegue Alai – siamo soddisfatti dei risultati di un rapporto che ci vede non solo al primo posto in tema di performance economiche tra le denominazioni di origine italiane, ma conferma la centralità del nostro prodotto tra le eccellenze del made in Italy; in quest’ambito, in virtù delle sue particolari caratteristiche e di un valore che sale corrispondentemente ad una stagionatura assai lunga, che non ha sostanzialmente eguali, rappresenta infatti il 18% del valore al consumo (2,29 miliardi su 12) e il 14% del valore alla produzione (922 milioni su 6,5 miliardi)”.
“E’ allora importante – spiega Alai – concentrarsi proprio su quest’ultimo dato, soprattutto in presenza di quotazioni medie 2012 inferiori a quelle dello scorso e dopo un sisma che ha colpito un quinto della produzione annua; il nostro obiettivo primario è, infatti, quello di tutelare i redditi dei produttori, e su questo versante confermiamo la centralità dell’azione intrapresa per una ordinata gestione della crescita in funzione dell’andamento dei mercati, anche per non incorrere nel rischio di un’apertura della forbice tra valori al consumo e valori alla produzione che potrebbe avvenire proprio a discapito delle quotazioni all’origine”.
Il 2012 delle DO raccontato dal Rapporto Ismea Qualivita ricorda inoltre come il sistema europeo delle Indicazioni Geografiche compia 20 anni. Mauro Rosati, Direttore Generale della Fondazione Qualivita, ha ricordato proprio come nel corso del 2012 sia stato portato a termine “il Pacchetto Qualità (Reg.1151/2012), il nuovo regolamento che contiene tutte le misure sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari. Una delle misure previste è la Protezione exOfficio, con cui viene introdotto il principio secondo il quale gli Stati membri dell’Ue devono adottare le misure necessarie a fornire una adeguata tutela delle denominazioni”.
La presentazione si è chiusa con l’intervento del ministro delle Politiche Agricole e Forestali Mario Catania che ha ricordato “la battaglia portata avanti nei primi anni ’90 per l’approvazione del regolamento europeo. In pochi eravamo a scommettere sulle DO”. “Abbiamo ancora tanta strada da fare – ha aggiunto il Ministro – sul piano interno dobbiamo consolidare il contrasto all’illecito e a livello europeo puntare affinché l’Unione affermi un sistema di tutela nei confronti dei Paesi Terzi”.
Sono state presentate infine anche le novità legislative del settore, europee e italiane e il quadro normativo sulle nuove registrazioni e sulle approvazioni di modifiche al disciplinare di produzione.
– La cartina con la classifica Qualivita 2012
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