Appello di 14 Associazioni. L’Europa punti sul Biologico
di Informacibo
Ultima Modifica: 22/06/2013
Le associazioni del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologica scrivono al Ministro, alle Commissioni Parlamentari e alle Regioni in vista degli incontri europei del 24 e 25 Giugno che decideranno la riforma della PAC 2014 – 2020.
Non vogliono perdere l’occasione di un vero cambiamento di politiche verso una nuova agricoltura in grado di riconciliare economia ed ecologia e per questo il tavolo delle 14 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica (AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, Upbio, FIRAB, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Slow Food, Touring Club Italiano, Pro Natura, Società Italiana Ecologia del Paesaggio, WWF) ha richiesto un incontro e lanciato un appello con sette richieste ai Ministri del Governo Letta ed alle Commissioni Parlamentari per porre all’attenzione alcune questioni strategiche.
La riforma della Politica Agricola Comune dell’Europa entra infatti in dirittura d’arrivo e il 24 e 25 Giugno si terrà in Lussemburgo la riunione del Consiglio Europeo con i Ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi Membri per approvare la proposta finale di Riforma della PAC 2014-2020 che andrà poi in discussione nel Trilogo tra Commissione Europea, Parlamento e Consiglio Europeo per la definitiva approvazione. In vista dell’appuntamento il cartello verde delle 14 Associazioni, che da alcuni mesi segue gli sviluppi della riforma, ha scritto ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, alle Commissioni Parlamentari e alle Regioni per un ultimo appello.
In questi giorni nei quali la questione degli OGM è all’attenzione di tutti nel nostro paese per le semine illegali in Friuli, occorre aver chiaro che con la Riforma della PAC si sceglie anche il modello di agricoltura che vogliamo perseguire a livello europeo fino al 2020; se quello basato su produzioni intensive che richiedono alti imput chimici ed energetici e che sta alla base delle produzioni OGM oppure un modello sostenibile, basato sull’agricoltura biologica e biodinamica e sulle produzioni locali che sanno fare a meno dell’uso della chimica nell’interesse di tutti i cittadini? ha dichiarato la portavoce del tavolo Maria Grazia Mammuccini.’
Senza scelte chiare in grado di realizzare un decisivo cambiamento delle politiche europee per l’agricoltura si rischia di perdere per l’ennesima volta un’occasione strategica di cambiamento della nostra agricoltura e questo solo per la miope difesa di singoli interessi corporativi piuttosto che guardare al futuro di una nuova agricoltura in grado di produrre beni pubblici-
La posizione che assumerà il Governo italiano nel Consiglio Europeo del 24 e 25 giugno sarà perciò importante. Al Presidente Enrico Letta e al Ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo le 14 Associaziononi ricordano che i cittadini europei si aspettano una vera riforma della Politica Agricola Comune per assicurare che con i fondi pubblici siano premiate le aziende agricole più virtuose che garantiscono maggiori benefici per la società cibo sano, tutela dell?ambiente e maggiore capacità di creare lavoro per i giovani.
Sette i punti posti all’attenzione dal cartello delle 14 associazioni:
1. Assicurare l’adozione di un greening efficace respingendo il concetto poco chiaro di ‘equivalenza’ alle pratiche del greening e il doppio pagamento agli agricoltori per le stesse attività.
2. Sostenere maggiormente l’agricoltura biologica ed i sistemi agricoli di Alto Valore Naturale
3. Assicurare l’inserimento della Direttiva pesticidi nella condizionalità e includere la Direttiva Quadro sulle acque.
4. Assicurare una reale protezione ai pascoli importanti per la biodiversità, le zone umide e i suoli ricchi di carbonio
5. Aumentare la dotazione finanziaria per lo sviluppo rurale vero strumento strategico per le imprese agricole e per il territorio.
6. Reintrodurre l’obbligo di spesa minima per le misure agro-climatico-ambientali del 25% delle risorse assegnate allo Sviluppo Rurale
7. Mantenere il 100% di confinanziamento europeo per i fondi trasferiti dal primo pilastro allo sviluppo rurale, come già concordato dai Capi di Stato e di Governo
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