10 anni di Dieta mediterranea al festival del giornalismo alimentare
A moderare il panel Natascha Lusenti di Rai Radio 2 con Stefania Ruggeri (ricercatrice CREA), Luca Di Leo (Barilla) e Alfonso Pecoraro Scanio: “modello alimentare che fa bene a salute, agricoltura e ambiente"
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 15/05/2024
A Torino continua il festival del giornalismo alimentare, iniziato ieri al Centro Congressi del Lingotto, fino a domani, sabato 22 febbraio. Per tre giorni si tengono 35 panel di lavoro, eventi off, incontri B2B, laboratori pratici, tavole rotonde.
Sono presenti 170 esperti fra giornalisti, istituzioni, imprenditori, foodblogger, influencer, professionisti della sicurezza alimentare, chef e rappresentanti del mondo associazionistico.
Nella mattinata di oggi si è svolto l’ incontro sul tema: “10 anni di Dieta mediterranea: da salva vita a salva Pianeta. Cosa è cambiato dal riconoscimento Unesco dello stile alimentare più salutare e sostenibile”.
A moderare il panel è stata Natascha Lusenti della trasmissione “Ovunque 6” di Rai Radio 2. Hanno partecipato: Stefania Ruggeri (Ricercatrice CREA), Luca Di Leo (Barilla), Leslie Amoroso (Programme Officer della Divisione di Nutrizione della FAO), Stefania Grandinetti (Vice presidente Terranostra) e Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione Univerde).
Ecco cosa ha detto, tra l’altro, il Presidente della Fondazione UniVerde
“La dieta mediterranea è una sfida in positivo sia come sostegno all’agricoltura familiare, identitaria, sia come anello di congiunzione con le tradizioni di un’area importante come quella del Mediterraneo. Si tratta di un’insieme di pratiche e tradizioni che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi tracciati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite“, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio.
La dieta mediterranea, che festeggia i dieci anni dal riconoscimento a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, “ha la capacità di valorizzare un’agricoltura che può essere e deve diventare sempre più biologica, giocando un ruolo di primo piano nella crescita della filiera corta e dell’agroecologia, un cambio di paradigma promosso anche dalla FAO. Uno degli aspetti più importanti, ma a volte trascurato, è quello che identifica la dieta mediterranea come fattore di lotta al cambiamento climatico perché si tratta di una dieta che prevede un consumo ridotto di carni rosse, alla cui produzione è attribuito il maggior impatto in termini di emissioni climateranti” ha spiegato l’ex ministro all’agricoltura e ambiente, Pecoraro Scanio.
“I valori della dieta mediterranea sono molteplici, dalla cultura della vita alle pratiche sociali, dalle tradizionali locali a quelle agricole. A livello nutrizionale, promuove la grande varietà di prodotti agroalimentari come legumi, frutta, verdura, nel rispetto della stagionalità. Ha inoltre una valenza sociale, come fattore di conservazione delle identità e dei valori delle comunità, e allo stesso tempo è sinonimo di convivialità, del mangiare insieme. Un patrimonio che riunisce le abitudini alimentari dei popoli del bacino del Mar Mediterraneo e alla sua capacità di essere luogo di scambio per eccellenza”, ha concluso il Presidente della Fondazione UniVerde.
Credit photo Simona Riccio
Condividi L'Articolo
L'Autore