Una serata d’estate in Abruzzo con gli chef Dezio e Cortellini
I due chef insieme ad Atri (Teramo) per una cena speciale dai sapori internazionali
di Collaboratori
Ultima Modifica: 13/08/2019
Metti una serata d’estate, due giovani e intraprendenti chef, un interessante vino artigianale, il tutto nella splendida cornice di Atri (Teramo) e il gioco è fatto! “From London to Atri One way” è il nome della cena che si è svolta ad agosto al ristorante Tosto di Atri (Te). Direttamente da Londra è giunto infatti nel borgo teramano lo chef Danilo Cortellini che ha cucinato insieme al padrone di casa Gianni Dezio per una cena dai sapori britannici, italiani e abruzzesi. Sì perché anche Danilo ha origini teramane, anche se oggi vive e lavora a Londra dove è head chef dell’Ambasciata Italiana.
Danilo ha frequentato la stessa scuola alberghiera di Davide Di Fabio e Enzo Di Pasquale, oggi questa generazione di chef, tutti nati in questa provincia, sta facendo molto parlare di sé per la loro cucina dalla forte identità.
33 anni, sposato con Gaia, Danilo è da poco diventato papà di Mia. Di grande rilievo le sue esperienze dopo il diploma: San Domenico di Imola (2 stelle Michelin) per poi entrare nelle cucine di Perbellini (quando era ancora a Bovolone). Poi vola all’estero, nella Londra multietnica: qui tra le varie tappe anche uno stage al Dorchester di Alain Ducasse. Oggi Cortellini tutti i giorni porta la gastronomia italiana nella banchettistica dell’Ambasciata senza mai tralasciare i sapori della sua terra d’origine.
Anche Gianni, 33 anni, ha viaggiato tanto e vissuto per molti anni in Venezuela, terra dove la sua famiglia è emigrata e dove ha aperto diversi ristoranti nei quali il giovane si è fatto le ossa. Laureato in Scienze del Turismo, Gianni decide di ritornare in Abruzzo per frequentare l’Accademia Niko Romito, scuola per giovani cuochi diretta dallo chef 3 stelle Michelin Niko Romito. Nel 2014 apre Tosto, nel meraviglioso borgo di Atri insieme a sua moglie Daniela Trabucco che si occupa della sala. La coppia ha due gemelli. Dezio rivisita nei sui piatti l’Abruzzo e i suoi profumi in chiave contemporanea, ma senza rinunciare alle contaminazioni dell’America Latina.
Terza protagonista della serata è stata la Cantina Amorotti di Loreto Aprutino (Pe) scelta dallo chef resident per abbinare i piatti proposti. La storica cantina, non operativa da 25 anni, si trova nella stessa via dove vive e lavora la famiglia Valentini un pezzo di storia del vino italiano. Dal 2016 è tornata in produzione grazie all’energia di Gaetano Carboni, già fondatore del progetto agricolo e artistico Apolinnaria a Civitella Casanova (Pe) insieme alla sua compagna Hela. Il palazzo, dove oggi si producono questi interessanti vini in chiave artigianale, un tempo monastero, era della famiglia materna di Gaetano appartenente al Ducato di Mantova alla quale a Loreto Aprutino si deve anche il nome del palazzo sede del Museo dell’Olio, conosciuto da tutti come Castelletto Amorotti. Oggi Amorotti produce, nei loro 14 ettari di vigneti, i tre cavalli di battaglia della viticoltura abruzzese: trebbiano, cerasuolo e montepulciano.
Ma torniamo alla cena, si inizia con l’aperitivo fuori, fish&chips come vuole la tradizione inglese accompagnati da una birra acida del Birrificio Opperbacco di Notaresco (Te). I primi due piatti sono di Gianni Dezio: Crema di pomodori alla brace, stracciata e basilico; Carpaccio di diaframma, grasso di prosciutto e rucola. Equilibrio, sapori netti e decisi, niente è superfluo. Il primo e il secondo sono a cura di Danilo, Agnolotti cacio&pepe; Lamb wellington&shepherd’s pie. Tradizione eseguita perfettamente e un gusto che ti viene voglia di fare il bis. Anche il dolce, super goloso, è dello chef ospite che ha presentato un Crumble alle mandorle e rabarbaro.
Ad accompagnare i due antipasti il trebbiano 2017, gli agnolotti abbinati al cerasuolo 2017 e l’agnello al montepulciano 2016.
Durante la cena è stato servito il pane di un altro teramano che sta facendo molta strada nel mondo dei lievitati, il panificatore e pizzaiolo di Roseto degli Abruzzi (Te) Francesco Pompetti, che per l’occasione ha impastato un pane fatto con farina di grano Mazì (un grano di oltre 2000 varietà di sementi provenienti da tutto il mondo, frutto di una coltivazione sperimentale di un’azienda marchigiana) con pasta madre viva lievitata 48 ore e infornato dopo 52 ore.
L’idea di questa cena è nata da Danilo che ci teneva a creare una serata con un collega amico e conterraneo con il quale non aveva mai cucinato. Gli ospiti presenti hanno potuto apprezzare un mix di sapori italiani, britannici, venezuelani ma tutti fortemente radicati nell’origine abruzzese che unisce i due chef che sicuramente è uscita predominante.
“E’ stata una serata carica di energia –hanno detto i due giovani chef- ci siamo scambiati idee, consigli, esperienze. Eventi di questo tipo oltre che piacevoli sono sempre utili per crescere e migliorarsi. Grazie a tutti coloro che hanno reso questa cena così speciale”.
A cura di Eleonora Lopes
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