Intolleranze alimentari, tra necessità e tendenza.
Una survey Friendz presenta una “fotografia” di un fenomeno dove è ancora molto forte l’auto-diagnosi e la dieta fai-da-te
di Redazione Informacibo
Ultima Modifica: 10/01/2019
Intolleranze alimentari, tra mode e necessità, Friendz fotografa il fenomeno di una realtà variegata, dove l’autodiagnosi ancora la fa da padrone e il ristorante è visto ancora con diffidenza. L’azienda, che offre ai brand i servizi di digital marketing con il supporto di una community online, ha condotto una ricerca su quasi 10.000 persone della sua community, per indagare la portata del fenomeno delle intolleranze alimentari, per scoprire esigenze e difficoltà incontrate quotidianamente dalle persone che ne sono soggette e per comprendere a fondo il gap tra percezione e realtà di queste patologie.
Una breve fotografia delle intolleranze alimentari: tra auto-diagnosi ed esigenze quotidiane
Le intolleranze alimentari sono patologie in costante aumento nel nostro Paese, con esse è cresciuta negli anni la confusione tra la popolazione e si sono moltiplicati i falsi test diagnostici e i trend di diete privative utili al dimagrimento.
Il 19,9% del panel intervistato dichiara di avere un’intolleranza, in particolare il 16,3% al lattosio e il 5% al glutine, ma solo la metà di essi (53,6%) si è rivolto ad un medico per la diagnosi; il 10,2% ha effettuato un test in farmacia e più di un terzo degli intervistati (36,2%) si è bastato su un’auto-diagnosi, eliminando determinati alimenti dalla dieta.
Una differenza importante che emerge tra chi autodiagnostica un’intolleranza e chi invece si è rivolto ad un medico, consiste nell’impatto che essa ha sulla vita quotidiana: mentre solo il 5,4% dei primi considera il cambio di abitudini alimentari come qualcosa di negativo e per il 37,4% non comporta nessun problema, nel 12,8% di coloro la cui diagnosi è stata effettuata invece da un medico il cambio della dieta è percepito come qualcosa che ha stravolto la propria vita e per il 40,4% comporta alcune problematiche, la maggiore delle quali si incontra nei pasti fuori casa. La principale difficoltà per gli intolleranti (44,4% dei celiaci e 39,9% degli intolleranti al lattosio), infatti, è quella di riuscire a trasmettere le proprie esigenze alimentari agli addetti della ristorazione, con la conseguenza che il 26,6% degli intolleranti al lattosio e il 23,6% dei celiaci evitano di uscire a pranzo/cena.
GDO, negozi specializzati e farmacie: dove si acquista e a che prezzo
Minori problemi si incontrano nel reperimento di prodotti specializzati: più della metà acquista nei negozi della grande distribuzione, in particolare 8 intolleranti al lattosio su 10 fanno la spesa nella GDO così come il 57,9% dei celiaci, mentre tra gli altri intolleranti al glutine il 17,8% si reca in negozi specializzati e il 17,2% nelle farmacie.
In sintesi, le principali necessità espresse dagli intolleranti sono i prodotti a loro dedicati a prezzi più accessibili (50,3%) e la richiesta di maggiore informazione e formazione del personale della ristorazione (30,0%).
Il trend delle diete gluten/lactose free
Il mercato dei prodotti gluten e lactose free continua a crescere, anche tra i non intolleranti; dalla ricerca emerge una forte affermazione delle diete gluten/lactose free, per scopi non medici.
Il 43,4% della community di Friendz, che ha partecipato al sondaggio, dichiara di acquistare regolarmente e consumare prodotti alternativi per diete di esclusione, nel 96,1% dei casi autogestite. Il 44,2% degli intervistati ammette di farne uso per sentirsi più leggero mentre un altro 20,2% crede che questi prodotti facciano bene alla salute e, in generale, 1 su 3 ha iniziato a comprarli a causa di problemi di digestione.
Il proliferare delle false aspettative di dimagrimento e miglioramento della salute ha influenzato la percezione della popolazione nei confronti dei prodotti dietetici senza glutine e senza lattosio: il 29,4% di chi consuma prodotti senza glutine (pur non essendo intollerante) crede erroneamente che questi prodotti servano a bilanciare i carboidrati, il 28,9% degli intervistati che consumano prodotti senza lattosio crede che servano ad abbassare i livelli del colesterolo.
Ciò che emerge dalla ricerca è la necessità di maggiore informazione tra tutti i cittadini, sia per chi sa già o presume di essere intollerante, sia per chi non lo è o non sa di esserlo. C’è bisogno di creare awareness intorno al tema in tutti i suoi aspetti, in particolare in merito alla necessità di una diagnosi medica e tra gli addetti del mondo della ristorazione.
Una maggiore informazione sarebbe utile, da un lato, a semplificare la vita e la quotidianità degli intolleranti e dall’altro a condurre coloro che dicono di avere problemi di digestione nel percorso di una diagnosi corretta al reale problema.
Leggi il report di Friendz
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